La notte tanto attesa di Capodanno è alle porte: fervono i preparativi e già si pensa a cosa portare in tavola!Come da tradizione, il menù del cenone di Capodanno deve essere abbondante e ricco di cibi portafortuna.
Molti sono i piatti che hanno mantenuto la nomea aurea di cibi fortunati e che per questo continuano a troneggiare sulle tavole come grandi classici in occasione del cenone dell’ultimo giorno dell’anno.
Anche durante il primo giorno dell’anno compaiono sulle tavole gustose portate portafortuna, in quanto alcune tradizioni popolari sostengono che alcuni alimenti favoriscano un nuovo anno ricco di soldi, salute e soddisfazioni un po’ in tutti i campi.
Un nuovo anno ricco di fortuna
Tante sono le tradizioni legate al Capodanno, come l’uso del vischio, ritenuto benaugurante in quanto fonte di purificazione oltre che vero e proprio elisir a favore della fertilità. I fuochi d’artificio, inventati in Cina intorno all’ottavo secolo dopo Cristo, o l’usanza di indossare un indumento di colore rosso, per celebrare l’inizio del nuovo anno. Secondo una tradizione Cinese, il rosso è il colore che spaventa la bestia divoratrice che proprio la notte di Capodanno esce dalle profondità marine per nutrirsi di carne umana. Anche nella Roma Imperiale, il rosso era considerato il colore del coraggio, della passione, del potere e della fertilità. Un’altra tradizione popolare dice di lasciare aperte le finestre a mezzanotte oppure di gettare le cose vecchie per far spazio ai nuovi progetti.
Ma quando si parla di tavola, di cibi e di menù di Capodanno, molteplici sono le tradizioni, tutte, nei limiti, da seguire come rito propiziatorio.
Il vecchio detto recita: “Quello che si fa a Capodanno, si fa tutto l’anno”, è indubbiamente la frase più usata durante i festeggiamenti, seguita da tanti buoni propositi per il nuovo anno. Un buon piatto di lenticchie non manca mai sulle tavole di Capodanno. Divenuto un must fin dai tempi dei Romani che le consideravano di buon augurio per la loro somiglianza con le monete, oltre che nel piatto, il buon augurio si può esprimere anche sotto forma di pacchettini da regalare o da appendere all’albero.
Un altro piatto che non può mancare nei ricchi e prelibati cenoni di Capodanno è sicuramente il cotechino o lo zampone. Il maiale è da sempre considerato il simbolo della civiltà contadina, la quale insegna che non si butta via niente. È quindi considerato simbolo di abbondanza. Facile da allevare e dal costo moderato, per i contadini era una vera e propria prelibatezza.
I piatti della tradizione di Capodanno
Anche il riso è da sempre considerato un portafortuna. Sarà per il suo nome che evoca gioia e risate, è utilizzato come buon augurio per le ricorrenze più importanti. Un connubio perfetto, per un piatto ricco di speranze è il risotto alla melagrana.
Nei Paesi legati al dollaro, il verde delle verdure ricorda quello dei soldi. Quindi anche le bietole e i cavoli sono considerate materie prime portafortuna. Il verde inoltre è anche il colore della speranza e del rispetto per l’ambiente; quindi tanto verde per tutti a fine anno!
È di buon auspicio inoltre cospargere di prezzemolo ogni piatto.
I legumi sono considerati dei veri e propri portafortuna per il nuovo anno in arrivo. In Abruzzo è tradizione che a Capodanno si festeggi con 13 portate e ben 7 minestre preparate proprio con queste materie prime. Le lenticchie sono fonte di denaro, il riso, i cavoli, i ceci e i fagioli che sono considerate fonte di salute.
Il peperoncino è da sempre considerato il portafortuna per eccellenza, fin da quando arrivò dalle Americhe, in Europa. Per gli antichi Romani, come per gran parte dei popoli Indoeuropei, la simbologia fallica richiamava un augurio di fertilità, sia intesa come familiare che economica legata all’agricoltura. Da qui nasce il classico cornetto rosso portafortuna, spesso costruito in pregiato corallo rosso. Appeso nelle case e nei negozi, serve per difendersi dal malocchio. Messo sotto il cuscino dell’amato, scongiura le infedeltà coniugali. Le collane fatte con tanti peperoncini venivano regalate ai genitori degli sposi.
La frutta secca è un portafortuna per eccellenza, soprattutto in Francia, dove l’usanza prevede che si mangino ben 13 tipi di frutta secca a Capodanno. Da noi in Italia ne bastano 7: noci, nocciole, arachidi, uvetta, mandorle, fichi e datteri. Quest’usanza deriva dagli antichi Romani che credevano che la frutta secca fosse un simbolo ben augurante. La frutta secca dal guscio duro e dall’interno morbido come le mandorle, le noci e le nocciole divennero in seguito simboli cristiani di interiorità e misticismo.
Un’altra tradizione di Capodanno dice di mangiare un chicco d’uva per ogni rintocco dell’orologio, allo scoccare della mezzanotte. L’uva simboleggia l’abbondanza e l’allegria.
Infine, è immancabile su tutte le tavole dei cenoni di Capodanno la melagrana. Per la mitologia Greca e Romana, il melograno era una pianta sacra, consacrata a Venere e Giunone e per questo simbolo di fertilità ma anche di ricchezza per i loro gustosi grani rossi.